La centuriazione romana

Centuriazione  (dal latino centum = cento) è il nome romano della procedura di divisione catastale delle terre (una centuria rappresentava un’area di circa 700 m di lato costituita da un centinaio di parti di dimensioni più piccole).

Per i Romani la centuriazione era un sistema per dividere il territorio in lotti regolari che venivano assegnati ai nuovi abitanti delle colonie, nelle nuove città che fondavano nelle regioni conquistate. Affinché tutti i coloni ricevessero un uguale pezzo di terra, tutta la superficie agricola della colonia veniva misurata e divisa in appezzamenti regolari. Mediante il rilievo, da un punto di partenza (umbilicus), utilizzando appositi dispositivi di rilevamento, venivano tracciate due assi principali, perpendicolari tra loro. Parallelamente ai due assi principali, l’intera rete è stata poi strutturata nella zona desiderata. Tutte le direzioni in direzione est-ovest erano chiamate decumani, e quelle in direzione nord-sud cardini. L’unità di superficie più piccola era un’area di 35 x 35 m (actus quadratus), anche se la superficie più frequente era 70 x 70 m, ovvero circa 0,5 ettari.

Tracce della centuriazione sono ancora oggi riconoscibili sulle mappe catastali, topografiche e sui rilevamenti aerei. I territori di entrambe le colonie istriane, Pola e Parentium, furono divisi in appezzamenti regolari con la centuriazione, e tracce degli assi ortogonali sono tutt’oggi visibili soprattutto intorno a Pola, ad esempio verso Fasana, Dignano e Valle.

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